Sullo stato dell'editoria: l'editoria a pagamento

26 agosto, 2023

Se un autore arriva alla fine del libro e vuole passare alla fase del voler pubblicare, c'è un tipo di incontro che chiunque farà: l'editoria a pagamento, spesso abbreviato con EAP.

Che cos'è l'EAP?

L'editoria a pagamento (in inglese Vanity Press) è innanzi tutto una piaga. Se dovessi comunque tentare di dare una definizione, lasciatemi citare poche righe dalla pagina di wikipedia:

Un mercato parallelo e a volte sovrapposto all'editoria in cui la pubblicazione di un libro è pagata dall'autore, direttamente o tramite l'acquisto di un numero prefissato di copie, e il profitto viene attuato su tale spesa e non sulla vendita dei libri a eventuali lettori

Se proprio cercate una definizione personale: è una casa editrice che, con la scusa della divisione del rischio d'impresa, fa pagare all'autore i costi della pubblicazione. Questa somma è a volte una cifra versata in denaro alla firma del contratto, altre volte è mascherata con l'obbligo di acquisto di un certo numero di copie (e non stiamo parlando di 10, 20 copie, ma di numeri ben più alti).

Le cifre oscillano parecchio, ho sentito di casi sui 4000€, ho letto anche di un caso di 8000€ per la pubblicazione di un libro per bambini. Nella mia esperienza personale (vi ricordate? Tutti si scontrano con questo fenomeno, io non sono da meno) parliamo di cifre che vanno dai 1000 ai 3000.

Perché pagare per vedersi pubblicare?

Molto spesso il problema è l'ignoranza dell'autore emergente, nel senso letterale del termine: il non sapere, non conoscere come dovrebbe funzionare questo mercato.

Nella 90% dei casi, la casa editrice a pagamento non si mostra: da fuori, dalla navigazione del suo sito Web, non cita il "contributo richiesto", quindi l'autore manda il suo testo come farebbe con qualunque altra C.E.

La risposta all'invio della propria opera che poi arriva (molto spesso sospettosamente in fretta) è di positivo e di solito contiene delle lodi.
Qui le esperienze possono cambiare: alcuni ricevono direttamente un contratto editoriale valido da firmare, dove leggendolo bene scoprono l'inghippo. In altri casi c'è prima un contatto più umano, dove qualcuno della C.E. decanta le lodi dell'opera.

Alla richiesta di spiegazioni la casa editrice lamenta lo stato dell'editoria in Italia (che in effetti ha i suoi problemi) e richiede la "compartecipazione alle spese" per continuare.

Come dicevo: alcuni possono cadere nella trappola perché ascoltando queste giustificazioni potrebbero pensare sia "la normalità", perché "è un modo di procedere molto diffuso", etc. Magari stiamo proprio parlando di autori al loro primissimo invio, oppure alla loro prima risposta (perché molto spesso le case editrici, quelle serie, non rispondono).
Altri autori magari vengono da una lunga serie di rifiuti, magari è un anno o più che tentano di piazzare la loro opera, e cedono per stanchezza.

La velocità della risposta è una piaga da non sottovalutare: una casa editrice classica impiega molto tempo per l'eventuale risposta; le più organizzate scrivono in chiaro una stima dei mesi richiesti per ottenerne una (se mai arriverà).
L'attesa è snervante e logora l'autore, mentre con l'EAP la pubblicazione è sempre dietro l'angolo.

"Il Lato Oscuro è più forte?" "No. E' più rapido, più facile, più seducente"
"Il Lato Oscuro è più forte?" "No. E' più rapido, più facile, più seducente"

Il termine inglese "vanity press" mi piace molto, perché riassume la leva sulla quale si basa l'EAP: la vanità. L'autore desidera terribilmente vedere il proprio nome su un libro.

Basterebbe questo per fare esborsare simili cifre? A mio parere, in molti casi, sì.

Rimane il fatto che quasi sempre la casa editrice EAP decanterà le lodi dell'opera ricevuta, magari assicurando il rientro della spesa. Ma se fosse vero, non credete che la casa editrice sarebbe ben felice di finanziare l'operazione per intero?

Esiste una lista di case editrici che ricorrono all'EAP?

È un argomento spinoso, perché le case editrici a pagamento (soprattutto quelle più grosse) hanno la denuncia facile e i fondi per portarle avanti (fondi pagati dagli ignari autori).
Queste liste esistono ma spesso spariscono dalla rete. È un fenomeno quindi che rimane difficile da tracciare.

Una casa editrice a pagamento può comunque essere seria?

Innanzi tutto va detto che esistono poche eccezioni degne di nota, dove direttamente dal sito Web della casa editrice viene messo in chiaro che l'autore dovrà acquistare un certo numero di copie. Per quanto questa rimanga EAP, ritengo questi casi eccezionali accettabili dal punto di vista etico.

Ma se l'autore dovesse decidere di procedere con l'EAP, ottiene un vero lavoro svolto da una redazione di professionisti?

Anche qui, penso ci siano esperienze diverse: ho letto di casi in cui il libro è stato pubblicato così com'è "per non modificare lo stile dell'autore" (una frase che a volte temo mascheri semplicemente un cattivo editing) ma anche di casi opposti: dopo tutto la casa editrice ha ottenuto un contratto e quindi ha i fondi per lavorare sull'opera (correzione bozze, editing, copertina, pubblicità, …).

Sono però documentati casi agghiaccianti, come un noto "esperimento" riassunto in questa intervista a Linda Rando.

Voglio parlare chiaro: una percentuale enorme dei libri EAP sono spazzatura, quindi la casa editrice stessa difficilmente avrà davvero lo stimolo a rendere il testo qualcosa di vendibile, perché non venderà.

Ci sono buoni libri che sono passati per EAP?

Una delle difese principali che l'EAP opera è citare la (corta) serie di scrittori che oggi sono famosi e che hanno iniziato pagandosi da solo le proprie opere.

Quindi la risposta è sì: come dicevo sopra, spesso gli autori che utilizzano l'EAP sono alla prima opera e il lavoro lavoro potrebbe davvero essere buono! Ma stiamo parlando di eccezioni.

Vi dirò di più. Bazzicando in questo mondo da un po', conosco ormai alcuni nomi noti dell'editoria a pagamento e la loro fama può avere un effetto contrario: io non comprerei mai un libro che scopro venire da una di quelle case editrici a meno di non conoscere davvero, tramite fonti esterne, la bontà di tale opera o dell'autore.

C'è anche il problema della "macchia sul curriculum". Pare che non siano solo i lettori accorti a non vedere di buon occhio l'EAP, ma anche le case editrici "serie", che potrebbero finire per ignorare autori che si presentino loro con precedenti testi pubblicati utilizzando l'EAP.
Questo a dire il vero non lo trovo giusto, un errore di gioventù può capitare a chiunque, ma tenetelo bene a mente.

La mia esperienza con l'EAP

Dell'esistenza dell'EAP avevo letto molto presto, quindi non mi ci sono mai scontrato senza conoscerne l'esistenza.

Ho anche avuto la fortuna di conoscere l'esperienza di una persona di mia conoscenza che ha preso questa strada in modo volontario e conscio, per motivi che non sto a dettagliare.
Il risultato finale, il libro di questa persona, è un ottimo prodotto, qualcosa che a mio parere avrebbe potuto trovare spazio anche in una casa editrice tradizionale.
A suo dire l'editing c'è stato, ha dovuto discutere di cambi e tagli con una persona. Direi abbia quindi ottenuto quello per cui ha pagato.

Ma ora veniamo alle mie esperienze dirette.

Esperienza Uno: esempio di contatto umano

Quando ancora non avevo capito che prima di inviare il romanzo alle case editrici avrei dovuto portarlo ad uno stato eccelente, iniziai a pensare che forse avrei dovuto affidarmi su case editrici vicine al mio territorio.

La mia difficoltà era anche il genere letterario: la fantascienza vende poco e male, e sono poche le case editrici che la accettano nel proprio catalogo. Poi mi tornò in mente che, in effetti, io conosco una persona che vari anni fa ha pubblicato un libro di fantascienza e mi ricordavo addirittura che la casa editrice fosse più o meno del mio territorio!
Chiamiamola Casa Editrice Vicina.

La questione territoriale può sembrare poca cosa ma non è completamente da sottovalutare.
La mia attuale casa editrice, Echos, è nella provincia di Torino. Va da sé che la maggior parte degli eventi e della presa sul territorio, dei contatti coi giornalisti, sia in quella zona. Significa che la distanza geografica mi taglia fuori da un po' di cose.

Mi misi a sfogliare il catalogo (enorme!) di questa Casa Editrice Vicina e vi trovai pochi testi di narrativa fantastica, ma alcuni comunque erano presenti!

Credendo di aver vinto alla lotteria, mandai la mia proposta editoriale, evidenziando nella lettera di presentazione che vivevo non troppo lontano e che il mio libro era in linea col loro catalogo (citando anche quel vecchio libro del mio conoscente… alle C.E. fa piacere sapere che avete letto libri da loro pubblicati).

La risposta arrivò pochi (cinque!) giorni dopo da una mail differente a quella di invio. Sembrava che intanto quella casa editrice fosse stata assorbita da un consorzio più grande (chiamiamolo Nuovo Consorzio Attivo Sul Territorio).
Trovai poco professionale che il dominio del servizio di posta fosse "@libero.it", ma il rapporto che le case editrici hanno col Web è davvero sconvolgente (argomento per un altro post).

Torniamo alla velocità della risposta, considerando che in quei cinque giorni c'era di mezzo un fine settimana.
È questo un campanello d'allarme? Per assurdo, nella mia esperienza, sì!

Riporto il testo della risposta:

Buongiorno Sig. Fabbri,

il nostro Nuovo Consorzio Attivo Sul Territorio racchiude le case editrici Casa Editrice Vicina Mai Sentita Prima e Casa Editrice Vicina. Il suo testo, dato l'argomento, è sicuramente molto interessante ed attuale e ci piacerebbe molto pubblicarlo in una delle nostre collane di narrativa.

I servizi che offriamo ai nostri autori sono molteplici: editing, impaginazione testo su formato editoriale, realizzazione grafica di copertina, inserimento codice ISBN e codice a barre, stampa del volume, distribuzione in librerie cartacee e online, servizi base di ufficio stampa, organizzazione presentazioni.

Chiediamo solamente ai nostri autori (o ad un eventuale sponsor) l'acquisto di un certo numero di copie (150 circa) a sua totale disposizione.

Non serve analizzare la risposta per capire che siamo in presenza di EAP. Il messaggio è chiaro: noi facciamo un sacco di cose (le cose che qualunque casa editrice dovrebbe comunque offrire) ma devi comparti 150 copie.

Faccio notare che "Il Grande Collasso" costa 15€. Ammettendo che Casa Editrice Vicina avesse gli stessi costi…

150 * 15 = 2250€

Questa è EAP. Punto.

Provai un po' di delusione e ovviamente mi chiesi se la persona che conosco, quella che ha pubblicato con questa C.E., sia passata per lo stesso meccanismo e se quindi in realtà abbia pagato. Non avrò mai la risposta (non ho confidenza con questa persona) ma può benissimo essere non sia così e che in passato questa fosse una vera casa editrice.
Le cose possono cambiare.

Fatto sta che la mia risposta fu un cordiale "no".

Esperienza Due: ho ricevuto un contratto!

Questa seconda esperienza non ha a che fare con "Il Grande Collasso" ma con un racconto lungo (o romanzo breve) scritto mentre aspettavo di ricevere un feedback per l'opera principale (è una tecnica consigliata per ridurre la sofferenza dei tempi dell'attesa: "intanto scrivi altro").

Mentre con "Il Grande Collasso" gli invii sono sempre stati pochi e ponderati, con questa seconda opera che considero "minore" mi sono sbizzarrito un po' di più. Con questo non intendo dire di aver fatto invii multipli a decine di case editrici a caso (una tecnica davvero poco etica e che non fa altro che peggiorare il problema dei lunghi tempi di risposta), però avevo "abbassato leggermente l'asticella" e ho potuto sperimentare.

Il problema di questo secondo testo, che al momento si chiama "L'Incursore", è appunto l'essere troppo corto per poter essere considerata un romanzo. Questo chiude un sacco di porte (forse di nuovo: argomento per un futuro altro articolo) e richiede la ricerca di case editrici che pubblicano racconti.

Ad un certo punto inviai il testo a questa Casa Editrice Che Organizza Anche Un Premio Nazionale (accorciamola in CECOAUPN).

Innanzi tutto la risposta automatica (cosa che non fa mai male):

Messaggio automatico.

La ringraziamo per avere contattato CECOAUPN.
Abbiamo ricevuto la sua comunicazione. Le risponderemo entro quattro giorni lavorativi.
Cordiali saluti.

Quattro giorni sono pochi (di nuovo il campanello d'allarme), ma va detto che a volte dopo quella breve attesa potrebbe arrivare un messaggio del tipo "non siamo interessati alla narrativa in questo momento" oppure "il nostro piano editoriale è pieno" oppure "leggeremo la sua opera, abbiamo tempi di attesa di X mesi".
Quindi: fino a qui tutto regolare.

La risposta reale arrivò 13 giorno dopo:

Gentile Luca Fabbri,

innanzi tutto, la ringrazio per l’attenzione mostrata verso CECOAUPN.

Il manoscritto da lei inviato in lettura alla casa editrice è stato positivamente valutato.

In allegato le rimetto Proposta Editoriale.

Resto a sua completa disposizione per eventuali chiarimenti e informazioni.

Un saluto cordiale.

Potete capire che provai stupore e felicità! Aperto il PDF iniziai ad analizzarlo e la sorpresa arrivò in fretta:

Gentile Luca Fabbri,
La ringraziamo per la fiducia accordata al nostro progetto editoriale, Le inviamo il Contratto di Edizione relativo al Suo manoscritto in oggetto, allegando la presente Proposta Editoriale che ne costituisce parte integrante. Le confermiamo il nostro interesse a pubblicare la Sua opera qualora possa fare acquistare o acquistare direttamente presso la nostra casa editrice n. 70 copie del Suo libro al prezzo di copertina di euro 15,00. Il libro uscirà, indicativamente, entro sei mesi dal saldo dell’importo dovuto. Nessun altro impegno economico, di alcun genere, sarà a Suo carico. Ogni eventuale ristampa e/o edizione successiva sarà a carico dell’Editore.

Fermo restando il fatto che 15€ sono un prezzo assurdo per un libro lungo neanche la metà del mio romanzo pubblicato, come potete vedere rientriamo negli stessi meccanismi: avrei dovuto comprare 70 copie, che si traducono in

70 * 15 = 1050€

Questa è EAP. Punto.

In questo caso la mia risposta fu comunque cordiale, ma leggermente polemica, chiedendo spiegazioni sul perché secondo loro fosse sensato che dovessi versare io 1000€.
Era solo una questione di curiosità, non mi sarebbe piaciuto avere un punto di vista diretto invece che basarmi sulle sole testimonianze in rete.

Non ho mai ottenuto risposta.

Altre mie esperienze con forse-EAP

C'è infine un aspetto dell'editoria di cui si parla meno ma che comunque richiede una riflessione.

In alcuni casi la propria opera viene rifiutata ma tenendo un canale aperto e proponendo all'autore la partecipazioni a corsi organizzati dalla casa editrice stessa, oppure ad interventi aggiuntivi.
Qui siamo in una zona grigia, perché il non-detto in questo caso è se la partecipazione a questi corsi possa sbloccare poi il processo di pubblicazione.

Ho un altro paio di esempi che vengono dalla mia esperienza personale:

Casa Editrice Famosa

La prima risposta di questo tipo l'ho ricevuta da una casa editrice nota in Italia nell'ambito del fantastico/fantascienza.

La mail conteneva prima di tutto un'analisi delle prime pagine de "Il Grande Collasso" piena di critiche sacrosante (l'invio a questa casa editrice era ancora del testo quasi iniziale, quindi in uno stato pietoso… purtroppo non avevo ancora capito come funzionava davvero e così facendo mi sono bruciato questo ponte).

Poi la mail cambiava tono:

Le posso però dire che a fine mese partirà un breve corso online su Meet centrato sui più comuni errori degli scrittori esordienti. Non è la prima volta che la casa editrice si cimenta in questa modalità per fornire ai propri autori o a quelli potenziali degli strumenti con i quali intervenire nelle loro produzioni. Si tratterà di 5 incontri di un'ora e mezza nei quali i corsisti scambiano punti di vista e si misurano in esercizi comuni dopo aver seguito una breve lezione a tema. La cosa positiva è che tutti leggono e commentano tutti, generando in questo modo un circolo virtuoso. Tale formula ha un costo di 150 euro.
Se fosse interessato, la prima revisione del suo romanzo potrebbe farla lei stesso, magari sulla base delle informazioni che riceverà in quella sede. In caso volesse saperne di più, scriva ancora a questo indirizzo di posta elettronica, ma possibilmente entro la settimana, perché sto chiudendo le iscrizioni.

Siamo in presenza di una proposta della vendita di un corso.

Non c'è nulla di male a fare corsi di scrittura creativa (credo anzi che chiunque ne gioverebbe, e non poco), ma la formula proposta qui è dubbia… non vi suona un po' come "se fai questo corso magari ti pubblichiamo"?
Magari non è così (anche perché 150 euro per 7,5 ore di corso sono un prezzo più che onesto a mio parere), ma questo mondo ti rende sospettoso.

Poi però la mail proseguiva:

La casa editrice che ha contattato offre comunque una possibilità ai testi che hanno "colpito" il valutatore ma non hanno superato la prova, ovvero un servizio di correzione con un collaboratore di fiducia il cui scopo del percorso è di avviare il testo alla pubblicazione. Sarebbe questo un intervento più classico, ovvero dedicato, attraverso consigli e correzioni sul file e incontri in videochiamata per spiegare e concordare i cambiamenti.
Mi faccia sapere se è interessato a ricevere ulteriori informazioni su costi e tempistica.

Qui la cosa si fa ancora più sinistra alle mie orecchie.
Soprassediamo pure sulla proposta del corso, ma qui non sembra dire che se compro il loro servizio di editing poi potrò essere pubblicato?
Vuole dire che io rientro nei "testi che hanno colpito il valutatore ma non hanno superato la prova"? Perché nella parte iniziale dell'email io avevo letto solo critiche (di nuovo: sacrosante) ma nessun riferimento al "testo che vi aveva colpito".

Non riesco a farmi un'idea precisa di questo caso (ripeto: parliamo di una buona casa editrice, che pubblica buoni testi)… lascio a voi le conclusioni.

Casa Editrice Anche Per Testi Brevi

Un altro caso del genere l'ho vissuto con "L'Incursore". Inviato il testo a una piccola casa editrice che sembrava pubblicare anche romanzi brevi, ho ottenuto in pochi giorni questa risposta:

Gentilissimo

Grazie per avere pensato a CEAPTB per il suo progetto editoriale. Il soggetto è di per sé di un qualche interesse, anche se notiamo una scrittura ancora in parte acerba: in sintesi, il testo necessiterebbe di un editing.
Ovviamente, questo è un servizio che possiamo offrire, ma ha un costo.

Su questo, sinceramente, non ho dubbi: mi stai dicendo che se compro l'editing poi otterrò la pubblicazione.

Nota bene: l'editing non è la scheda di valutazione del libro: è un processo lungo e quindi costoso. Se fatto bene (cosa non scontata) passare tramite un professionista può costare parecchie centinaia di euro (ci torniamo più tardi).

Comunque questo per me è EAP. Punto.

La super zona grigia: il crowdfunding

C'è una moda recente nel mondo delle pubblicazioni che rientra nell'uso del crowdfunding.

La formula è nota ma l'applicazione all'editoria era cosa nuova anche per me. Continuando a leggere in giro articoli sull'editoria, ad un certo punto mi sono imbattuto in un articolo che parlava di una casa editrice che utilizzava questo metodo.

Come funziona (o, per lo meno, come funziona con quella casa editrice)?

  • l'autore invia il testo alla casa editrice
  • la casa editrice valuta il testo inviato
  • se il testo passa la selezione, viene inviato un contratto all'autore (inizio della Fase Uno)
  • il contratto prevede che l'autore si impegni a piazzare dei pre-ordini del libro (che ancora non esiste) alla sua rete
  • se si arriva ad un numero minimo di pre-ordini (numeri non esagerati ma nemmeno una tiratura che potrei definire piccolissima) allora parte la Fase Due, la vera pubblicazione (copertina, editing, stampa finale)
  • se non si arriva alla cifra di preordini di cui sopra, il denaro viene restituito a tutti i partecipanti al crowdfunding e tutti i diritti del testo tornano all'autore

La casa editrice comunque non sta a guardare, e dichiara di gestire campagne social, interviste etc. In rete avevo trovato buone recensioni, varie testimonianze che assicuravano come la Fase Due (correzione bozze, editing…) fosse davvero ben fatta.

Ora arriviamo alla domanda: questa è editoria a pagamento?

Siamo, di nuovo, in una zona grigia e i pareri in rete sono discordanti.

Ovviamente qui a pagare non è l'autore ma il lettore finale, ma cambia davvero qualcosa? Stiamo parlando di pubblicare un libro solo dopo aver avuto la sicurezza di piazzare un certo numero di copie.

Le difese alla piattaforma riguardo a questo mio dubbio si orientano sulla tesi che la mole di pre-ordini richiesta sia irrisoria per coprire i costi totali dell'operazione della Fase Due.

Ho poi letto alcuni dire che passare la Fase Uno sia un processo automatico e sospettosamente veloce.

Anche qui: non riesco a farmi un'idea precisa, ma i dubbi restano.

Conclusioni: come evitare l'EAP?

A parte casi davvero eccezionali, l'editoria a pagamento va evitata.

Capisco che l'attesa sia snervante. Nell'inviare la vostra opera dovrete avere molta pazienza: non è impossibile che dobbiate attendere oltre un anno prima che vi si accenda una luce verde.

Se alla fine della vostra massima sopportazione ancora non avete trovato la vostra via e vorrete comunque procedere, ricordatevi che oggi esiste l'auto-pubblicazione (la piattaforma più famosa è Kindle Direct Publishing, che ha i suoi brutti lati oscuri quando si tratta di rispettare il copyright, ma che tutti dicono funzionare benissimo), un canale ormai battuto da tantissimi scrittori.

L'uso di queste piattaforme richiede qualche competenza tecnica di base (utilizzo di word e altri software per la realizzazione della copertina), quindi posso capire che possa essere uno problema per alcuni.

Personalmente ho sentimenti discordanti a riguardo di questo metodo di pubblicazione, a meno di non essere in presenza di un autore non alla prima opera che ha già dimostrato il suo valore ma vuole prendere in mano tutto il processo. Per tutti gli altri: non riesco a togliermi dalla testa l'idea che si stia pubblicando qualcosa che non è "buono abbastanza", che nessuno ha davvero valutato, e qui intendo: nessuno a cui siamo legati.
Ogni volta che un mio conoscente mi dice che il "Il Grande Collasso" gli è piaciuto, sono ovviamente contento, ma ammetto non abbia lo stesso valore di uno sconosciuto.

Ma l'editoria a pagamento è qualcosa di peggio: con l'EAP non avrete comunque ottenuto una valutazione critica della vostra opera e vi ritrovete comunque con un prodotto la cui qualità avreste tranquillamente potuto ottenere con l'auto pubblicazione.

Perché dico così? È mio parere che l'auto-pubblicazione non significhi "tutto è completamente gratis". Se volete pubblicarvi da soli fatelo, ma fare anche un buon lavoro penso sia necessario trovarsi un editor.


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