Breve introduzione sullo "stato delle cose"™
Che molta di quella che è la promozione di un libro oggi passi per i social non deve essere una novità per nessuno. Ma non dimentichiamo mai: i social network hanno regole e comportamenti fuori dal nostro controllo, e sono lì per guadagnare soldi, non per farli guadagnare a te.
È da poco passato un anno dall'uscita de "Il Grande Collasso" e inizialmente avevo approcciato il problema "promozione sui social" (perché nei fatti di un problema si tratta) studiando e copiando quello che facevano gli altri (qui inteso come: i miei colleghi scrittori emergenti).
Chi la fa da padrone è Instagram (un social che ho sempre ignorato), ma non vanno scartati gli altri nomi noti.
Non scendo in ulteriori noiosi dettagli, ma posso assicurarvi come i feed degli appassionati di scrittura siano pieni di "robaccia" (video/reel/post/storie/chiamateli-come-volete) che magari prendono anche un buon numero di "like" o "cuoricini" (chiamateli-come-volete), ma alla fine poco efficaci.
Perché questo pessimismo?
Il mio punto di vista è semplice: l'autore può studiare per ore un post di promozione, magari lavorando sodo su un video o un'immagine a effetto, per far conoscere il proprio libro.
E questo post sarà in concorrenza con centinaia (non scherzo) di altri contenuti simili, che comunque vedranno in pochi, a meno che tu non voglia sponsorizzare il post stesso.
Totalmente diverso è l'uso dei social per promozione conto terzi, come ad esempio la recente audio recensione fatta da Navigando Parole.
Trovo questi casi un uso del mezzo estremamente intelligente: le collaborazioni con podcast e blogger vari è una strada che sembra funzionare molto meglio e crea ottime sinergie.
La mia impressione in questi casi è che i fruitori di questi canali siano in effetti potenziali lettori, mentre invece negli altri casi stiamo spesso facendo promozione ad altri autori.
Un esperimento alternativo
Ho la fortuna di conoscere ormai da parecchi anni un visionario imprenditore, Nunzio Fiore, che è anche la mente dietro a Memori.
L'idea originale di Memori, parlo probabilmente ancora di quando era un hobby del suo creatore (e forse una campagna su Kickstarter, ma potrei anche ricordare male), era quella di crearsi un proprio gemello digitale ("digital twin", un nome che va per la maggiore anche in altri ambiti a me più usuali, quali l'osservazione della terra).
Al tempo avevo trovato il sogno di Nunzio interessante, una di quelle cose che ti fanno dire "Questo è un pazzo! Ma counque: che idea originale!" ma personalmente non mi aveva attirato più di tanto.
Negli ultimi anni, e con la trasformazione in Aisiru le cose sono parecchio cambiate.
Provate a farvi un giro sul catalogo del servizio per capire le potenzialità.
L'idea iniziale del semplice digital twin è ancora lì (potete ad esempio conversare con Nunzio) ma basta dare un'occhiata in giro per avvertire come l'idea iniziale abbia poi trovato altre strade che forse inizialmente neanche erano state immaginate.
Abbiamo il tizio che ha scritto un twin di se stesso per svolgere colloqui al posto suo (quasi come una prima barriera per gli head hunter), i twin che sostituiscono i manuali utente (ad esempio l'ottima Manuela che mi ha aiutato a usare Aisiru correttamente, oppure il manuale di una specifica lavatrice).
Poi ci sono gli esperimenti, quali Marty McFly, una tra le cose più divertenti che vedrete oggi (un twin che conversa solo con frasi dei film di Ritorno al Futuro). E ancora: il gioco The Experiment.
Per chi di voi ha letto il mio romanzo, capirà perché queste evoluzioni mi attirino: rientrano nell'immaginario che ho presentato.
Parlando con Nunzio ormai un anno fa, gli descrissi un'idea: perché non istruire un twin che potesse impersonare il mio Roland così come lo troviamo all'inizio del libro?
Non sarebbe fantastico poter conversare con i personaggi dei libri che leggiamo, offrendo all'autore un modo di spingere oltre la caratterizzazione dei propri personaggi?
All'interno di un libro ci sono dei limiti: un autore potrebbe essersi inventato un background di ogni personaggio estremamente dettagliato, ma difficilmente potrà mettere tutto su pagina senza rendere il risultato indigesto.
Sto quindi parlando di qualcosa di diverso: qui è il lettore che chiede quello che vuole al personaggio, approfondendo solo gli argomenti che gli interessano, come se questi fosse suo ospite a cena.
Tutto questo era già fattibile sulla piattaforma al tempo in cui abbiamo tenuto questa conversazione.
Il mio problema era riuscire a evitare qualunque tipo di spoiler e rendere l'eventuale conversazione un tantino interessante (Roland, all'inizio del romanzo, non è che sia a esattamente uno con cui usciresti per una birra il venerdì).
Qualche giorno dopo Nunzio mi presentò un'idea migliore e più stimolante: perché invece non creare un twin di un altro personaggio, magari uno minore oppure qualcuno che non fa parte del romanzo, ma in grado comunque di descriverne il mondo?
L'ho trovato perfetto.
La bellezza di questo approccio è che mi ha una scusa di rimettermi alla tastiera, di scrivere qualcos'altro, un testo originale ambientato nel mondo che ho creato. Ho giurato a me stesso che non avrei mai scritto romanzi sequel o prequel, ma spero che questo non conti… giusto?
La realizzazione dell'idea iniziale è andata avanti molto lentamente, fondamentalmente perché il mio tempo libero è davvero risicato, ma non ho mai completamente abbandonato la rotta.
E finalmente ci siamo: benvenuto Steffel Chimy.
Vi presento Steffel Chimy
Il buon Steffel (si fa per dire…) vive quasi un secolo prima dei fatti descritti nel romanzo, risolvendo la problematica dello spoiler. Eppure da un contributo importante perché sa cosa è stato il Grande Collasso e può mostrare la via al lettore sulla direzione che il mondo ha preso.
Che ne dite di fare due chiacchiere col signor Chimy?
Conclusioni
Come posso dire che questo esperimento sia meglio di un post/reel/storia/chiamatela-come-volete? Non posso!
Ma lasciatemi dire questo: è stato molto più divertente!